Marvin Pascale

[B.Log]

21 Maggio 2025

End of 10

EO10

La fine del supporto a un sistema operativo non è mai un evento da prendere alla leggera, eppure ciclicamente ci ritroviamo a dover spiegare – spesso con una certa urgenza – quanto sia pericoloso continuare a usare software non più aggiornato. Il 14 ottobre 2025 Windows 10 raggiungerà il suo End of Life (EOL), segnando la fine del supporto ufficiale da parte di Microsoft. Milioni di utenti, specialmente in ambito desktop, si troveranno di fronte a una scelta: aggiornare, migrare… o ignorare. E l’ultima opzione è anche la più rischiosa.

Cosa succede davvero quando un sistema operativo raggiunge l’EOL?

La fine del supporto significa zero aggiornamenti, inclusi quelli di sicurezza. Le vulnerabilità che verranno scoperte da quel momento in poi – e ce ne saranno, fidati – non verranno corrette. È come vivere in una casa senza serrature: può sembrare tutto tranquillo, finché qualcuno non decide di entrare.

E non si tratta solo di teoria. Le minacce sono reali: malware, ransomware, exploit mirati. Un sistema obsoleto diventa un bersaglio facile per chiunque voglia sfruttare falle note. E quando parliamo di desktop, parliamo spesso di macchine personali, aziendali, o scolastiche che trattano dati sensibili.

End of 10: un’opportunità per Linux

L’iniziativa End of 10, nata per sensibilizzare gli utenti sulla fine di Windows 10 e promuovere alternative più sicure e sostenibili, sta prendendo piede. Prima openSUSE, ora anche Debian ha aderito ufficialmente, sottolineando l’urgenza di fornire strumenti e percorsi semplici per chi vuole passare a GNU/Linux.

L’obiettivo è chiaro: rendere GNU/Linux un’opzione concreta e accessibile per chi non vuole (o non può) passare a Windows 11.

Perché GNU/Linux è una scelta sensata

In ambito desktop, GNU/Linux ha fatto passi da gigante: interfacce grafiche curate, facilità di installazione, compatibilità hardware sempre più ampia, e soprattutto una comunità che mette la sicurezza al primo posto. Distribuzioni come Fedora, Ubuntu, Linux Mint o la stessa Debian offrono aggiornamenti tempestivi, un sistema di pacchetti sicuro, e la possibilità di tenere il controllo della propria macchina.

E poi c’è la questione della trasparenza: il codice è aperto. Niente sorprese, niente tracciamenti nascosti, nessun obbligo a creare account per usare il tuo computer.

Il problema culturale: “funziona ancora, quindi va bene così”

Quello che rallenta il cambiamento non è solo la complessità tecnica, ma una mentalità difficile da sradicare: “se funziona, perché cambiarlo?”. Ma la sicurezza non è un optional, e non è qualcosa che puoi valutare a occhio. Il fatto che una macchina accenda e navighi su Internet non significa che sia al sicuro.

Con un sistema operativo fuori supporto, ogni email ricevuta, ogni sito visitato, ogni chiavetta USB collegata è una potenziale porta d’ingresso.

Cosa fare adesso?

Se stai usando Windows 10 e sei consapevole dell’EOL in arrivo, hai due strade:

  • aggiornare a Windows 11, se l’hardware lo consente e se sei disposto a convivere con i requisiti sempre più restrittivi imposti da Microsoft;
  • provare una distribuzione Linux, anche solo in live mode. Puoi iniziare con una USB bootabile, fare qualche test, e magari scoprire che puoi fare tutto ciò che ti serve… senza costi, e con maggiore tranquillità.

Conclusione

La fine di Windows 10 non è solo una scadenza tecnica: è un campanello d’allarme. È il momento giusto per ripensare la nostra relazione con la tecnologia, scegliere strumenti più trasparenti, più etici e soprattutto più sicuri.

Il futuro è già qui. E ha il pinguino stampato sopra.


Le opinioni in quanto tali sono opinabili e nulla ti vieta di approfondire l’argomento.

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