La direttiva NIS2
La sicurezza informatica è ormai un aspetto imprescindibile per tutte le aziende che operano in Europa, e con la nuova Direttiva NIS2, la posta in gioco si alza ulteriormente. Questa direttiva, pensata per aumentare la resilienza informatica delle infrastrutture critiche, impone misure sempre più rigorose per prevenire e mitigare le minacce cyber. Ma cosa significa realmente per le aziende e come possono proteggersi in modo efficace? In questo articolo esploriamo l’importanza della NIS2 e il ruolo chiave di una strategia di backup ben definita.
Cos’è la direttiva NIS2?
La Direttiva NIS2 (Network and Information Security) è un aggiornamento della precedente direttiva NIS, mirato a rafforzare la sicurezza informatica dei settori chiave nell’Unione Europea. Oltre ad ampliare il numero di settori coinvolti, questa nuova normativa introduce obblighi di sicurezza stringenti per le aziende, come la protezione delle reti e delle informazioni sensibili, la gestione delle vulnerabilità e la risposta agli incidenti informatici.
Uno degli aspetti cruciali è che non conformarsi alla NIS2 può comportare pesanti sanzioni, che vanno dalle multe elevate fino alla sospensione dell’attività per le violazioni più gravi. In poche parole, il rischio non è solo di danni reputazionali e perdite di dati, ma anche di gravi conseguenze finanziarie.
L’importanza di una strategia di backup per la conformità alla NIS2
Di fronte a queste nuove responsabilità, una solida strategia di backup diventa essenziale. Avere un sistema di backup affidabile non è solo una buona pratica aziendale, ma un vero e proprio requisito per assicurare la continuità operativa. In caso di attacco o di perdita di dati, un’azienda deve poter ripristinare rapidamente le informazioni critiche e riprendere l’operatività con tempi di inattività minimi. Questo richiede un piano strutturato, che includa:
frequenza del backup: la frequenza deve essere scelta in base alla criticità dei dati e alla velocità di cambiamento delle informazioni. Per i dati strategici, backup giornalieri o persino più frequenti sono raccomandabili, mentre per altre tipologie di dati, un backup settimanale potrebbe essere sufficiente;
tipologia di backup:
- backup completo: copia integrale di tutti i dati. Offre il ripristino più rapido ma richiede più spazio e tempo per la realizzazione;
- backup incrementale: salva solo i dati modificati dall’ultimo backup. È molto efficiente in termini di spazio, ma richiede più tempo per il ripristino completo;
- backup differenziale: conserva tutte le modifiche apportate dopo l’ultimo backup completo. Una via di mezzo in termini di risorse e velocità di ripristino;
conservazione e rotazione dei dati: stabilire regole di conservazione significa definire per quanto tempo i backup devono essere mantenuti e come devono essere gestiti nel tempo. Una strategia comune è la regola 3-2-1, che prevede di conservare almeno tre copie dei dati, su due diversi tipi di supporti, di cui una copia deve essere offsite;
test regolari e monitoraggio: un backup non testato è come non averlo. Pianificare test regolari di ripristino per garantire l’integrità dei dati e il funzionamento corretto del processo di recupero è essenziale per evitare brutte sorprese in caso di incidente reale.
Come impostare un piano di backup per soddisfare la NIS2
Per le aziende che devono adeguarsi alla Direttiva NIS2, l’obiettivo è sviluppare un piano di backup integrato e sicuro. Ecco i passi fondamentali per impostarlo:
1. Valutazione del rischio
Il primo passo è identificare i dati più critici e valutare il rischio di perdita. Questi dati includono informazioni sensibili di clienti, dati finanziari, e qualsiasi altra informazione che, se compromessa, potrebbe causare danni significativi. Stabilire la priorità dei dati aiuta a definire quali devono essere protetti con maggiore frequenza e attenzione.
2. Scelta delle tecnologie
Optare per soluzioni di backup che garantiscano crittografia e accesso sicuro è cruciale per la conformità alla NIS2. Scegliere piattaforme di backup che offrono opzioni cloud e on-premise, e che consentano backup automatici e programmati, aiuta a mantenere il controllo e la sicurezza sui dati. Tecnologie come rclone , integrate con soluzioni di archiviazione cloud sicure, possono offrire una protezione dei dati efficace e flessibile.
3. Definizione di un piano di ripristino
Avere solo il backup non basta: è fondamentale un piano di Disaster Recovery (DR) chiaro. Questo piano deve includere il Recovery Time Objective (RTO), ossia il tempo massimo di inattività accettabile, e il Recovery Point Objective (RPO), cioè la quantità di dati che si è disposti a perdere. Definire queste metriche aiuta a scegliere la frequenza e la tipologia di backup più adatta.
4. Formazione e consapevolezza
Un sistema di backup sicuro deve essere supportato da un team consapevole delle pratiche di sicurezza. Formare i dipendenti per riconoscere le minacce comuni, come il phishing e gli attacchi malware, aiuta a prevenire molti incidenti. Inoltre, mantenere il personale aggiornato sui protocolli di emergenza e sui tempi di ripristino può fare la differenza nel momento di una crisi.
Conclusioni
La Direttiva NIS2 rappresenta una sfida importante, ma anche un’opportunità per le aziende di rafforzare la propria sicurezza informatica. Una strategia di backup ben progettata è uno dei pilastri per garantire la resilienza contro le minacce, mitigare i rischi di perdita di dati e garantire la continuità operativa.
Implementare una strategia di backup non è solo un obbligo normativo, ma un investimento nella sicurezza e nella fiducia dei clienti. Adattarsi alle richieste della NIS2 è il primo passo per assicurare che la tua azienda non solo sia protetta dalle sanzioni, ma anche dalle sempre più frequenti minacce informatiche.
Le opinioni in quanto tali sono opinabili e nulla ti vieta di approfondire l’argomento.
Risorse: