openSUSE
openSUSE è una di quelle distro che ho sempre voluto provare con attenzione. Il progetto nasce in Germania, come traduzione tedesca di Slackware ed era basata su Softlanding Linux System. La distro ha subito negli anni notevoli mutamenti e, ad oggi, è un sistema operativo rivolto agli amministratori di sistema e sviluppatori. (Almeno così dice il sito ufficiale…)
openSUSE offre due filosofie di utilizzo: rolling release (nome in codice Tumbleweed) o stable release (nome in codice Leap). Qualsiasi sia la scelta, una delle cose a mio avviso più interessanti è il file system; openSUSE utilizza di default btrfs. Questo moderno file system offre tantissime funzionalità, una delle quali consiste nella possibilità di eseguire degli snapshot in qualsiasi momento. openSUSE, infatti, a ogni modifica delle configurazioni fatta tramite pannello, esegue uno snapshot. Tutto molto bello, se non fosse per il fatto che questo si traduce in una lentezza esorbitante nell’aprire le varie schede del famoso pannello di amministrazione (openSUSE infatti, esegue uno snapshot a prescindere dal fatto che vengano modificati i valori).
Rivolto chiaramente a un utente business, openSUSE mette a disposizione molti software preinstallati e il precedentemente nominato pannello di amministrazione offre una interfaccia grafica per eseguire le più disparate configurazioni e personalizzazioni (è davvero completo).
I problemi iniziano quando si tenta di uscire dall’utilizzo “previsto”: installare un qualsiasi software non contenuto nei repository risulta oltremodo complesso. Sembra proprio che tutto ciò che non è espressamente consentito sia vietato.
Questo mi fa pensare che dopotutto non sia davvero pensata per gli amministratori di sistema; poichè questa figura professionale si trova spesso costretta ad installare una quantità di software spropositata per poter fronteggiare le più disparate situazioni.
Ho utilizzato questa distro per più di due settimane ma alla fine sono tornato alla mia cara Manjaro. Questa avventura era partita molto bene, ma i disagi sono presto sopraggiunti e mi hanno riportato alla dura realtà.
Le opinioni in quanto tali sono opinabili e nulla ti vieta di approfondire l’argomento.
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